Slan Hunter Page 8
Mentre continuavano i bombardamenti sulle principali città terrestri, Joanna ricevette una convocazione: l'invito a presentarsi al consiglio di sette membri nella città marziana dal soffitto di vetro. Cimmerium sembrava praticamente deserta mentre Joanna camminava lungo le ampie strade che costeggiavano come terrazze l'orlo dei dirupi. Delle torri si estendevano nella voragine a picco del canyon, innalzandosi verso il soffitto cristallino.
Joanna toccò un analizzatore madreperlaceo di identità installato fuori dall'ingresso a volta della sala dell'Autorità. Riconoscendola e approvando-la, i comandi con un sibilo aprirono la porta, che si ritrasse silenziosa all'interno invitandola a entrare. Joanna era sempre stata una beniamina di Altus Lorry, il capo dell'Autorità senzantenne.
Nella sala iridescente la debole luce solare, intensificata da angoli pri-smatici, inondava l'ambiente di calore creando un'atmosfera paradisiaca e preannunciando come sarebbe stata la Terra una volta conquistata dai senzantenne.
Secoli addietro, durante il primo periodo aureo dell'umanità e prima delle devastanti Guerre Slan, dei veri pionieri avevano cominciato a terrafor-mare Marte. Gli esseri umani avevano bombardato il pianeta rosso con comete, addensato l'atmosfera, aggiunto acqua allo stato liquido nei bassi canyon riempiendo la distesa del Mare Cimmerium quanto bastava a trasformarla davvero in un piccolo mare poco profondo. Avevano disseminato alghe e batteri che per più di mille anni avevano agito sull'ambiente un tempo sterile, mentre le razze dell'umanità lottavano l'una contro l'altra cercando di distruggersi a vicenda.
Quando i senzantenne erano giunti sul pianeta cercando rifugio, Marte era un luogo molto più ospitale. L'aria era abbastanza densa da catturare il calore lontano del sole. Il vapore acqueo racchiuso a lungo in strati sotterranei gelati cominciò a filtrare verso la superficie. I batteri e le alghe continuarono a trasformare molecole d'acqua idrate e a scomporre minerali per sprigionare ossigeno.
Cimmerium divenne un insediamento complesso. Gli edifici erano fatti di vetro rinforzato prodotto fondendo le inesauribili riserve di sabbia marziana. In breve tempo una metropoli scintillante si abbarbicò alle pareti del canyon.
Per quanto la vita fosse agiata, l'ambiente marziano terraformato solo a metà era sempre meno ospitale della Terra. In un commento semiserio, una volta Jem Lorry aveva suggerito borbottando che il presidente Gray e alcuni degli umani più intrattabili avrebbero dovuto essere mandati in esilio lì, così avrebbero capito cosa avesse reso così forti i senzantenne da tante generazioni.
Il più grande mistero della civiltà senzantenne, come Joanna sapeva, consisteva nel trovare gli odiati fratellastri, gli slan nascosti che avevano perseguitato e cercato di sterminare i senzantenne. Tutto ciò era cambiato, comunque, dopo che lei aveva conosciuto Jommy.
Quando Joanna era in missione sulla Terra, Jommy era penetrato nel quartier generale segreto dei senzantenne al Centro aereo. In fuga per sottrarsi alla polizia, Jommy e una vecchia megera che lui chiamava Nonna avevano avuto la spavalderia inattesa di rubare un veicolo spaziale dei senzantenne, ma Joanna li aveva bloccati.
Jommy era un giovane sveglio, sicuramente pari a lei come forza e capacità mentali. Lo aveva interrogato, certa che Jommy lavorasse per una grossa enclave di veri slan. Lui disse che operava da solo, spiegandole che sua madre era stata uccisa dai cacciatori di slan quando lui aveva solo nove anni. Suo padre, un grande scienziato slan, era stato ammazzato invece quando lui aveva sei anni.
Quando Jommy le aveva detto che quella guerra tra le razze era inutile, lo aveva giudicato incredibilmente ingenuo. Ma il fervore di Jommy era contagioso, e il giovane era fermamente convinto. In seguito, ripensando alle sue parole, riesaminando i suoi piani e considerando la determinazione con cui intendeva attuarli, Joanna cominciò a credere davvero che forse Jommy aveva qualche possibilità di realizzare i suoi sogni utopistici.
Forse i senzantenne si sbagliavano, dopo tutto. Quando Jommy per poco non era stato di nuovo catturato dopo essersi introdotto nella città di Cimmerium, Joanna stessa aveva fatto in modo che lui potesse fuggire e tornare in tutta fretta sulla Terra per avvertire il presidente Gray dell'attacco imminente. Lei era rimasta su Marte, sperando di farsi qualche altro alleato tra i senzantenne.
Quello era il segreto tremendo di Joanna, quello che lei custodiva nel proprio intimo ormai da alcuni giorni. L'Autorità senzantenne avrebbe ordinato che venisse giustiziata immediatamente se avesse sospettato il suo coinvolgimento. Jem Lorry aveva lanciato l'attacco principale prima che Joanna potesse fare qualche progresso contro le ostinate convinzioni di lui.
Joanna aveva imparato a non sottovalutare Jommy, comunque. Non aveva ancora ammesso, neppure con se stessa, di esserne innamorata.
Mentre avanzava per affrontare i membri del consiglio dietro il loro banco elevato, Joanna scacciò la paura e l'ansia. Loro non potevano assolutamente sapere cosa avesse fatto.
Davanti a sé udì una voce stridula e stizzosa che sfidava i toni più lenti e profondi di Altus Lorry. «Tu non afferri la questione fondamentale, padre.
La flotta di occupazione è appena stata lanciata, ma quando raggiungerà la Terra le navi della nostra avanguardia e le nostre truppe di terra avranno completato gran parte del lavoro. Pensa alla prossima mossa. Dobbiamo decidere se lasciare in vita un manipolo di umani come nostri schiavi e forse anche come cavie... o dovremmo invece risparmiarci semplicemente l'incomodo e sterminarli tutti?»
«Queste non sono le uniche due alternative» replicò con calma esaspe-rante Altus. «Il tuo odio ti acceca. Se intendiamo impadronirci della Terra, non ha senso distruggere tutto. A che scopo? Perché dovremmo ricostruire da zero, raccattare i cocci rotti?»
Un altro membro dell'Autorità soggiunse: «Gli umani devono subire una sonora sconfitta, siamo d'accordo, ma lo sterminio totale non è logico.»
«Sarebbe logico se vi foste presi il disturbo di vivere in mezzo a loro»
borbottò Jem. «Provate a guardarli ogni giorno, a sentire il loro odore, a osservare le loro usanze sapendo di dovere mantenere segreta la vostra identità per evitare di essere linciati! Sono come animali che vivono in una società primitiva in ristagno da tanto tempo.»
Sentendola avvicinarsi, Jem si voltò e i suoi occhi si illuminarono di un fervore che aveva tenuto attentamente nascosto mentre recitava il suo ruolo politico nel palazzo del presidente. «Joanna, puoi parlare a mio favore!
Hai vissuto tra gli umani quanto me. Spiega a...» esitò, cercando la parole appropriate «al mio stimato padre e ai suoi colleghi membri dell'Autorità che possiamo assicurare il nostro futuro solo garantendo che gli umani non ne facciano parte.»
Lei gli rivolse un sorriso calmo. «Come posso parlare a tuo favore, quando ti sbagli completamente? Un simile massacro indiscriminato non servirebbe a nulla, se non a soddisfare momentaneamente la tua smania di vendetta personale.» Divertita dall'espressione allibita di Jem, volse gli occhi grigi verso i sette membri del consiglio. «Capo dell'Autorità Lorry, è saggio propugnare la cautela e la previdenza.»
Il vecchio Altus annuì benevolo e soddisfatto, mentre Jem era furioso, come se lei lo avesse appena tradito.
Joanna continuò: «Preferisci che impieghiamo le nostre risorse nel con-solidamento di un nuovo governo per gli slan senzantenne... o che ci dedi-chiamo a una caccia senza fine per sterminare tutti gli umani nascosti? Li costringeresti a creare cellule di resistenza, forse addirittura ad allearsi coi veri slan. Immagina la sconfitta.»
«Non sarebbero mai abbastanza forti contro di noi, comunque!» insisté Jem.
«Non ha importanza. In ogni caso per noi sarebbe un'enorme perdita di tempo.»
Rendendosi conto che non sarebbe mai riuscito a convincerli, Jem uscì impettito dalla sala dell'Autorità lanciando a Joanna un'occhiata torva di delusione.
Notando come avesse reagito il consiglio al suo intervento, Joanna si persuase che i membri non sospettavano minimamente della sua collusione con Jommy Cross. Il suo segreto era salvo.
«Ti prego di perdonare mio figlio» disse Altus. «È ossessionato dagli umani da troppo tempo.
Ho ancora qualche speranza per lui, e continuo a offrirgli occasioni. Anche se dovremmo destituirlo prima che causi danni irreparabili.»
Joanna si limitò a un vago cenno della testa. Il capo dell'Autorità era sempre stato gentile con lei, al punto di esprimere il desiderio di un connu-bio politico tra Joanna e suo figlio, per quanto lei fosse inorridita all'idea.
«Per cosa mi avete convocata, signori?»
«Abbiamo bisogno che ti occupi di una minaccia ben precisa» disse Altus. «Una minaccia importante.»
«Di che minaccia si tratta?»
«Il suo nome è Jommy Cross.»
Joanna ebbe un tuffo al cuore. Era certa di essere impallidita, ma si sforzò di non mostrare alcuna reazione. «È solo uno slan, un giovane che pre-sumibilmente opera in solitudine.»
«Cross ha doti davvero notevoli. Era qui nella nostra città, come ben sai, ma è fuggito. È sfuggito a te, è sfuggito a noi, è sfuggito alle massime misure di sicurezza di tutta Cimmerium.»
Un altro membro dell'Autorità intervenne. «Basta questo a dimostrare che Cross è un pericolo. È tornato sulla Terra in tempo per avvertirli del nostro attacco, ed è stato solo per nostra fortuna che un tumulto politico sulla Terra abbia impedito agli umani di prepararsi. Non vogliamo affidar-ci di nuovo alla sorte. Cross deve essere fermato.»
Accorgendosi di avere trattenuto il respiro, Joanna inspirò. Attese un pa-io di secondi per calmarsi, poi espirò. Non la stavano accusando di nulla.
«E che cosa volete che faccia?»
«Prendi una delle nostre navi da ricognizione più veloci e vai sulla Terra. Mentre è in corso la nostra offensiva, ti ordiniamo di scovare e catturare Jommy Cross.»
12
Nel chiarore caldo delle candele, al sicuro nella biblioteca, Anthea teneva in braccio il bambino allattandolo al seno in silenzio mentre ascoltava il rombo degli apparecchi che attaccavano all'esterno. Ma lei aveva più paura delle persone, che delle bombe che piovevano. Chiuse gli occhi e cercò di stabilire cosa fare a quel punto. Non aveva nessuno in cui potesse confida-re. Le candele tremolavano, diffondendo un bagliore caldo ma in qualche modo medievale tra le scaffalature piene di grossi tomi.
Oggi Anthea si era trovata di fronte dall'odio inatteso e irragionevole di perfetti sconosciuti. Per tutta la vita aveva sentito notiziari che parlavano delle trame insidiose dei malvagi slan. La polizia segreta aveva diffuso odio e paura.
Prima tutto ciò significava poco per lei. Lei e Davis erano solo una coppia normale sposata, con buone occupazioni. Anthea lavorava in una banca, suo marito in un negozio di articoli sportivi. Erano felici insieme e ansiosi di mettere su famiglia, pregustavano una vita lunga e feconda.
Dopo la nascita del bambino aveva calpestato una mina di pregiudizio e rabbia omicida.
Quando una bomba frantumò le statue leonine di pietra di fronte alla biblioteca, il tozzo signor Reynolds afferrò due candele e fece segno ad Anthea di fare altrettanto. «Venga con me. Dobbiamo andare nella camera di sicurezza interna. È un rifugio migliore, e c'è un generatore d'emergenza.»
Prima di allontanarsi spense diligente e coscienzioso le altre candele e guidò Anthea attraverso un labirinto di scaffali fino a un ufficio nel cuore del fabbricato. Le loro luci tremule sembravano fuochi fatui ballonzolanti.
I muri erano spessi e del tutto privi di finestre. Il piccino le si agitò tra le braccia, Anthea si chinò a zittirlo, reggendo la candela con l'altra mano.
«Questo è il reparto dei libri rari?»
«Ho il grande privilegio e l'onore di essere il capo bibliotecario di uno dei pochi Archivi veri commissionati dal governo. Il presidente Gray in persona è venuto per la cerimonia del taglio del nastro quindici anni fa.»
«Cos'è un Archivio vero?»
Il bibliotecario era raggiante, contentissimo di avere trovato un ascolta-tore interessato. «Durante le Guerre Slan e i secoli di guerriglia e distruzione arbitraria, gran parte della storia è andata perduta. La maggior parte della gente non sa nemmeno più quale sia la verità.»
Anthea lo fissò. «Lei conosce la verità riguardo agli slan?»
Il signor Reynolds brancolò un po' e volse le spalle, proseguendo lungo il corridoio fino a un altro vestibolo più ampio. «Questa biblioteca è uno dei luoghi che contengono informazioni autentiche sulle Guerre Slan e sul dottor Samuel Lann. Molti rapporti sono contradditori, naturalmente. Alcuni sono scritti da testimoni oculari, mentre altri sono propaganda gover-nativa alquanto scadente. Ma di solito è così. Con tante informazioni biso-gna separare le opinioni dai fatti, l'esagerazione dalla documentazione.»
Si fermò davanti a una grande porta metallica e posò le candele su un tavolino. Lo spesso portello era grigio acciaio, leggermente lucido, rinforzato con pannelli rivestiti e dotato di un meccanismo di chiusura a combinazione. I dischi del congegno a combinazione erano a loro volta bloccati da un lucchetto di acciaio. La massiccia porta sembrava impenetrabile come la camera blindata di una banca.
«Dentro questa camera di sicurezza ci sono documenti originali, alcuni dei taccuini del dottor Lann e carteggi autentici di presidenti del passato che hanno combattuto nelle Guerre Slan.»
Dalla nascita inattesa del figlio slan Anthea sentiva un bisogno disperato di sapere. Tutto il materiale storico della camera blindata le avrebbe fornito le risposte. «Mi piacerebbe vederli. Sono certa che si tratta di cose affascinanti.»
Il bibliotecario parve sconcertato. «Oh, purtroppo non è possibile, signora. Quei documenti sono riservati.»
«Ma se questo è un Archivio vero perché la gente non può vedere la verità?»
«La maggior parte della gente non è pronta per la verità» rispose mesto Reynolds. « Possedere informazioni e diffonderle sono due cose diverse.
Perfino il presidente Gray voleva controllare la quantità di informazioni a disposizione del pubblico.» Scosse la testa. Le guance flosce ricordavano quelle di un segugio. «Da quel che ho sentito stamattina alla radio, sembra che il presidente fosse segretamente in combutta con gli slan fin dall'inizio.
A cosa ci ha portato tutto questo?»
Il brontolio lontano di altre esplosioni fece vibrare il soffitto.
«Penso che ci siano un sacco di cose che non capiamo» disse Anthea.
«Ma quei documenti potrebbero aiutarci a chiarire il mistero. E poi, non ha detto che c'è un generatore di riserva qua dentro? Avremmo di nuovo l'e-lettricità, e saremmo al sicuro.»
Il bambino si dimenò tra le braccia della madre. Anthea vide spuntare leggermente dalla coperta celeste i sottili fili dorati delle antenne, simili a lunghi capelli, e si affrettò a coprirle.
Reynolds era più agitato adesso, stava allentandosi la cravatta. «Solo io conosco la combinazione per aprire questa porta, signora. Ho l'ordine pre-ciso di non aprirla a nessuno che non abbia l'autorizzazione del presidente.»
«È l'unico a conoscere la combinazione? Come fa a essere sicuro di ri-cordarla?»
«Oh, i numeri sono chiarissimi nella mia mente.» Reynolds si batté sulla fronte.
Il bambino rimase assolutamente immobile come se si fosse addormen-tato, ma all'improvviso Anthea vide delle cifre nitide nella propria testa, quasi qualcuno gliele avesse scritte con inchiostro nero dietro le palpebre.
4... 26... 19... 12. Trattenne il respiro, intuendo cosa doveva essere successo. Il bambino slan aveva letto facilmente quei numeri mentre il signor Reynolds li ricordava, e li aveva trasmessi alla mente della madre. Anthea adesso sapeva come aprire la camera di sicurezza.
Scusandosi, il bibliotecario andò svelto accanto a un lungo tavolo di legno appena fuori dalla porta blindata. «Comunque, questi volumi sono a disposizione del pubblico. Anche se non sono richiesti spesso, purtroppo.
Molte persone odiano istintivamente gli slan, ma non vogliono capire nulla dei motivi di questo odio. Gli slan hanno fatto cose terribili all'umanità, eccome. Le Guerre Slan sono state il più grande olocausto della storia della nostra civiltà, come l'incendio di mille biblioteche di Alessandria.»
Reynolds emise un lungo sospiro afflitto. «Gli intermin
abili secoli di distruzione hanno raso al suolo le nostre città, ci hanno portato al livello di barbarie. Il genere umano ha impiegato parecchio tempo per ricostruire, e anche adesso la nostra società è tornata soltanto all'equivalente degli Stati Uniti d'America negli anni Quaranta del 1900, facendo i calcoli in base al vecchio calendario.» Fece segno ad Anthea di sedersi e cominciò a sistemare dei libri sul tavolo. «Alcune delle similarità culturali con quel periodo sono sorprendenti. Come se stessimo percorrendo un sentiero già battuto. Stiamo seguendo tecnologie, stili e abitudini dimenticate molto tempo fa ma che adesso sono, per combinazione, comuni.»
Anthea dispose alcuni libri in maniera tale da improvvisare un appoggio, una specie di culla, in cui adagiare il piccolo avvolto nella coperta. Poi tirò verso di sé altri volumi. «Ma questi libri non sono riservati? Posso legger-li?»
«Sono i documenti ufficiali delle Guerre Slan. Spero che catturino il suo interesse. Quando tutto quel caos là fuori sarà finito, forse potremo presentare una richiesta al governo che sarà in carica allora, eh? Mi piacerebbe tanto che uno studioso esaminasse gli Archivi veri con me.»
«Dunque, lei li ha letti?»
Reynolds sembrò imbarazzato. «Non... completamente. Solo quel tanto che bastava per un inventario frettoloso. Sa, ci sono sempre tante cose da fare nel resto della biblioteca.»
«Grazie mille. Questi andranno benissimo per ora.» Anthea trovò ritagli di giornale, lettere ristampate, e molti libri che descrivevano il "pericolo slan" e la "terribile minaccia dei malvagi superuomini". «Avvicinò una candela.»
Reynolds bofonchiò in segno di disapprovazione mentre stava di fronte a un carrello pieno di libri. «Alcuni di questi appartengono a sezioni comprese tra la 820-951 e la 825-664, proprio qui nell'area protetta. Posso lasciarla sola per un po'?» Dopo che lei lo ebbe tranquillizzato, Reynolds si allontanò sferragliando col suo pesante carrello reggendo una candela per illuminare il percorso.