Slan Hunter Read online

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  «Ci siamo. Eccolo. L'ho preso.» Il dottore sollevò un infante rosso e vi-scido. Anthea sentì che il neonato cominciava a piangere aspirando la prima boccata di aria.

  «Signora Stewart, ha un bel maschietto...» il dottore non terminò la frase. «Dio mio!»

  L'infermiera si mise a strillare.

  «Com'è possibile?» Il dottore reggeva ancora il bambino, ma ora sulla sua faccia era comparsa un'espressione di disgusto. «Com'è potuta succedere una cosa del genere?»

  Anthea si sforzò di drizzarsi a sedere. Si sentiva completamente esausta e svuotata. I suoi capelli biondo tiziano era appiccicati alla testa dal sudore. «Che c'è? Voglio il mio bambino.»

  Il dottore la guardò con un'espressione di orrore, la bocca aperta. Anthea alzò gli occhi verso il neonato.

  Aveva minuscole antenne a spirale che spuntavano dalla parte posteriore della testa.

  2

  Il presidente della Terra, leader di miliardi di individui, incuteva un certo rispetto. Per decenni Kier Gray era stato un governante forte e carismatico.

  Governava con un misto di severità e compassione, guidando la popolazione lungo un sentiero pericolosamente stretto tra il terrore paranoide e il compiacimento.

  Adesso mentre la polizia segreta lo trascinava nel corridoio dai muri di pietra, Kier Gray non era trattato con molto rispetto. Finora nessuno aveva mai sospettato la vera identità del presidente come slan occulto, le sue effettive alleanze, il lavoro nascosto che aveva svolto tra gli slan superstiti sulla Terra. Gli agenti della polizia segreta lo afferrarono sgarbatamente per le braccia e lo trascinarono via. Kier Gray sapeva benissimo dove lo stessero portando.

  John Petty, capo della polizia segreta e famigerato cacciatore di slan, aspettava il leader destituito all'interno del centro di comando e controllo principale nelle viscere del grande palazzo. Attorno a lui dei tecnici osservavano tubi catodici, ricevendo rapporti da tutti gli agenti.

  «Salve, presidente» disse John Petty con finta cordialità. Aveva corti capelli scuri, sopracciglia che parevano macchie di fuliggine e occhi scintil-lanti come i bottoni della sua uniforme nera. Il primo cacciatore di slan sembrava soddisfatto vedendo il grande Kier Gray così inerme.

  Le guardie spinsero avanti il presidente bloccandogli le caviglie e co-stringendolo a inginocchiarsi. Petty lo guardò come se fosse solo un moz-zicone di sigaretta gettato in un rigagnolo. «Abbiamo già snidato e ucciso decine di slan che lavoravano nel palazzo. Altri sono fuggiti come topi di notte. Qualunque cosa si stesse architettando, è tutto finito... adesso comando io.»

  Gray non imprecò, non protestò la propria innocenza, si limitò a guardare dal basso quell'uomo sanguinario che era da tanto tempo suo rivale. Durante la sua lunga permanenza in carica Kier Gray aveva superato numerosi complotti, tentativi di assassinio, pugnalate alla schiena. Solo qualche ora prima aveva dovuto osservare le guardie che abbattevano tre dei suoi consiglieri più fidati, e veri slan, in una sala di consiglio schermata. Tutti i suoi taciti piani erano andati in fumo in meno di un giorno passando da grande speranza e ottimismo a quel disastro.

  Gray riacquistò la propria dignità. «Credo che non abbia alcun fonda-mento su cui basare questi atti proditori, signor Petty, vero? O l'osservanza della legge è semplicemente una seccatura che preferisce evitare ora come ora?»

  «Legge? Permettimi di citare la legge sui poteri in stato di emergenza:»

  In questo periodo di crisi continua, qualsiasi persona sospettata di essere uno slan o in combutta con gli slan deve essere fermata e sottoposta subito a interrogatorio. In casi del genere le abituali norme giuridiche vengono sospese a vantaggio della sicurezza na-zionale.

  La collera di Gray avvampò. La sua organizzazione segreta aveva lavorato tanto, era stata così prudente... ma non abbastanza prudente. Nel corso degli anni il presidente aveva perfino autorizzato l'uccisione senza troppo clamore di persone che costituivano una minaccia, consiglieri che fortui-tamente scoprivano troppe cose riguardo agli slan. Non aveva potuto far altro che sostituirli con un gruppetto di compagni leali che operavano per cambiare il mondo e porre fine a secoli di inutile caccia alle streghe. Aveva pensato che i suoi piani fossero sicuri...

  Petty incrociò le braccia sul torace. «Ti abbiamo sorpreso mentre incon-travi l'infame ribelle slan Jommy Cross nel tuo alloggio privato. Abbiamo registrazioni della tua voce in cui riveli che l'esemplare slan che tenevi nel tuo palazzo, Kathleen Layton, è tua figlia.»

  «Dove sono Kathleen e Cross? Li avete ammazzati, come avete giusti-ziato i membri del mio gabinetto?»

  Il cacciatore di slan si mise a passeggiare nella sala del centro di comando e controllo. «Oh, non li abbiamo giustiziati quei due... non ancora. Sono troppo preziosi. Sono stati portati nelle celle di detenzione nei livelli inferiori del palazzo. Non devi preoccuparti del loro benessere.»

  "Se non stai attento, John Petty" pensò Kier Gray "forse sarai tu a dover-ti preoccupare di più del tuo benessere." Nonostante la sua paura ossessiva, probabilmente avrebbe sottovalutato Jommy e Kathleen. Gray sperava che alcuni degli slan non appariscenti che lavoravano attorno al centro governativo fossero riusciti a fuggire e a scomparire.

  Quando si era incontrato di nascosto con il giovane Jommy Cross, Gray aveva spiegato la situazione tra slan e umani. Pochissimi sapevano che il vero pericolo proveniva da un gruppo diverso di mutanti, slan nati senza antenne, che si erano infiltrati nella società mentre si preparavano a lanciare la loro operazione di conquista. I senzantenne odiavano ferocemente sia gli umani sia gli slan e intendevano sterminare entrambe le razze rivali, per rimanere gli unici eredi della Terra.

  Jommy si era infiltrato nella base principale dei senzantenne su Marte, dove aveva trovato informazioni allarmanti di una invasione imminente.

  Tornando sulla Terra, si era insinuato nelle difese del palazzo per avvertire il presidente. Dopo che avevano cominciato a fare piani, Jommy era tornato con la propria automobile avanzatissima e un'arma disintegratrice letale inventata da suo padre. Solo per un giorno il presidente Kier Gray aveva creduto che lui e il suo governo ombra, compresi Jommy e Kathleen, avrebbero potuto cambiare il mondo.

  Poi la polizia segreta aveva arrestato tutti quanti.

  «Io stesso ho confiscato le armi singolari di Cross... qualcosa che lui chiamava "tubo disintegratore", e un anello con un generatore atomico in-corporato. Oggettini sorprendenti...» Petty contrasse le labbra in un sorriso.

  Sembrava padrone di sé, padrone della situazione, ma Gray percepiva una traccia di inquietudine nel suo comportamento. «Ho dato quegli oggetti a una delle mie equipe di ricercatori isolate, ma non appena hanno mano-messo l'anello, quello si è dissolto. Ora i miei uomini hanno ordini rigorosi di usare estrema cautela nell'esame del tubo disintegratore. Una volta smontato, lo aggiungeremo al nostro arsenale. Al mio arsenale. Hmmm, potremmo perfino servircene per giustiziarti. Sarebbe proprio un'ironia!»

  Il presidente destituito si alzò in piedi, drizzò le spalle e fissò il cacciatore di slan. «Mi sorprende di non essere rimasto ucciso accidentalmente facendo resistenza all'arresto. Così avresti risparmiato parecchio tempo nel tuo colpo di stato.»

  «Colpo di stato? Preferisco chiamarla la mia transizione verso un nuovo governo privo di slan.» John Petty si grattò il mento arrotondato, fingendo di prendere in considerazione le alternative. «La tua uccisione sarebbe uno spreco enorme per quanto riguarda la propaganda. Non vedo l'ora di portarti davanti al tribunale mondiale, smascherandoti come slan e screditando tutto il tuo lavoro, tutte le tue supposte conferenze per la pace con il nemico. In qualche modo ti sei fatto asportare le antenne, o sei nato senza antenne... un mutante tra i mutanti! Ma sono certo che le analisi genetiche ri-veleranno la presenza di geni slan nel tuo DNA.»

  Nonostante fossero assai meno numerosi d'un tempo, gli slan erano ancora temuti come gli orchi delle fiabe. Durante la sua presidenza Gray stesso era stato costretto a far leva su tale paura perché era l'unico modo per sopravvivere politicamente, ma era riuscito a mitigare le proposte più malvage.

  Petty si
era portato dietro il presidente, ma Gray non si voltò per seguire i suoi movimenti. «Hai fatto il tuo intervento teatrale, ma sarà molto più difficile dimostrare che una qualsiasi delle mie azioni mentre ero in carica abbia nuociuto al genere umano.»

  «Dimostrare? Il semplice fatto di essere uno slan costituisce un tradimento. Tu hai ingannato consapevolmente la gente della Terra. Io, invece, sarò considerato un eroe dell'umanità per avere eliminato l'ennesima terribile minaccia. Degli slan nel nostro governo, nella presidenza stessa!»

  John Petty fece un altro dei suoi sorrisi. «Il tuo intrigo è fallito, Gray. D'o-ra in poi sarà semplicemente un'operazione di rastrellamento. Mi rispar-mierai un sacco di problemi, e tu eviterai un sacco di sofferenze, semplicemente confessando e rivelando quanti membri del tuo gabinetto sono in realtà degli slan.»

  «Non c'è nessuno slan» insisté Gray.

  Il cacciatore di slan roteò gli occhi. «I tuoi consiglieri e membri del gabinetto dormivano sodo con le loro mogli o amanti. Abbiamo fatto una re-tata, e abbiamo scoperto che parecchi di loro avevano antenne slan nella parte posteriore della testa nascoste da protesi. Naturalmente li abbiamo già uccisi. Adesso spulceremo gli archivi per individuare chi abbia colla-borato alle tue politiche più distruttive. Non sarà difficile dimostrare la collusione e dunque il tradimento contro l'umanità. Come vedi, non ho trascu-rato nulla!»

  Quando altri uomini entrarono nel centro di comando e consegnarono i loro rapporti, Petty parve sconvolto, pronto a colpire il messaggero. Si girò verso il presidente. «Abbiamo appena scoperto l'identità di uno dei tuoi principali compagni di congiura. Non lo avrei mai sospettato.» Si grattò la testa. «Del resto, la cosa in parte ha senso.»

  «Non so di cosa stia parlando» disse Gray.

  «Il tuo primo consigliere, Jem Lorry, è scomparso. Svanito come uno sbuffo di fumo, come se conoscesse le nostre intenzioni.» Petty serrò i pugni. «È riuscito a leggere nelle nostre menti? Gli hai inviato un messaggio telepatico?»

  Kier Gray era confuso, e non stava simulando. Aveva nominato Jem Lorry anni addietro dopo un tentativo di assassinio che per un soffio non era riuscito. Da allora Lorry era stato un funzionario eccellente, assumendo una linea intransigente nei confronti degli slan. Aveva addirittura proposto un disegno innovativo, sebbene assurdo, per sposare la giovane e splendida Kathleen. Lorry voleva riprodursi con lei per cercare (secondo lui) di dilui-re i geni slan, per cancellarli gradualmente nell'arco di alcune generazioni.

  Lorry si era arrabbiato moltissimo quando Kathleen aveva respinto sde-gnosa tali avance, ma Gray dal canto suo era contento che la ragazza fosse riuscita a sottrarsi alla trappola.

  «In tutta sincerità, non ho avuto nulla a che fare con la sua scomparsa.»

  Il presidente era molto più preoccupato per la propria sopravvivenza, e soprattutto per la sopravvivenza di sua figlia Kathleen e di Jommy Cross, la speranza dell'umanità. «Dovresti sapere che Jommy Cross è venuto da me per avvertirmi, per avvertirci tutti, per informarci di un attacco imminente alla Terra. Un altro gruppo di slan, slan senzantenne, ha costruito una grande base su Marte e recentemente ha lanciato la sua flotta da combattimento contro di noi. I senzantenne intendono distruggerci tutti.»

  «Sì, certo, e tu e Jommy Cross siete la nostra unica speranza.» Petty sbadigliò in modo teatrale. «Non la bevo.»

  3

  Stesa sul lettino nella sala parto dell'ospedale Anthea si sforzò di comprendere quanto aveva visto. Il suo bambino aveva delle antenne! Antenne slan!

  Impossibile. Assolutamente impossibile.

  Il dottore ancora sotto shock, recise rapido il cordone ombelicale e lo le-gò. «Stai attenta!» gridò all'infermiera, che se ne stava impalata. «Bisogna salvare la madre innanzitutto. Poi ci occuperemo di... di questa mostruosi-tà.»

  «No!» Anthea era debole, ma trovò la forza di sollevarsi sui gomiti.

  «Cos'è successo al mio bambino? Perché è...» Cercò di capacitarsi dell'accaduto, ma riuscì solo a ricordare la conversazione tra l'impiegata grassoccia e l'agente della polizia segreta. "Com'è possibile che non sappiano di essere slan?"

  Due persone normali non avrebbero generato un bambino slan. O no?

  Anthea non poteva accettare che lei stessa avrebbe potuto essere uno di quegli slan privi di antenne, probabilmente anche Davis. Assurdo! Non aveva mai immaginato una cosa simile. Erano entrambi sani, guarivano entrambi rapidamente e tutti e due avevano provato un legame reciproco che andava al di là di tutto ciò che avevano in comune con gli altri esseri umani. Esseri umani normali. Anthea si sentì male.

  «Dottore» ansimò. «Cosa succederà?»

  Il medico ignorò la domanda e posò il bambino. Quando si rivolse all'infermiera, la sua voce era fredda e nervosa. «Portami una siringa piena di idrossile nero.»

  «Sì, dottore.» L'infermiera sembrava aver reagito adesso, non era più i-sterica. «È quello che dobbiamo fare.»

  Anthea avvertì un'ondata di inquietudine dentro di sé. «Davis!» chiamò, ma la sua voce era spaventosamente fievole.

  L'inserviente allampanato che prestava assistenza in sala parto alla fine si riscosse dallo stupore. «Dottore, la procedura è chiara. Dobbiamo de-nunciare questa nascita alla polizia segreta.»

  «Sì, sono già qui nell'edificio» disse il medico con la voce malferma.

  «Allerta la sicurezza. John Petty stesso potrebbe voler parlare con questi due. Assicurati che il padre non se ne vada.» Lanciò un'occhiata furtiva ad Anthea sul lettino, quasi si trattasse di un esemplare oltremodo disgustoso.

  Sembrava che il dottore non la considerasse più un essere umano. L'infermiera gli passò una lunga siringa piena di un liquido scuro e oleoso.

  «Cosa intende fare con quella?» chiese Anthea, sforzandosi di girarsi.

  «Mi risponda!» Udì del trambusto fuori dalla porta della sala parto.

  «Non si preoccupi» le disse il dottore, mostrando un'aria di fredda rassi-curazione. «Sarà una cosa veloce e indolore. Il suo bambino non sentirà nulla.» Si chinò sul neonato inerme sul tavolo operatorio attiguo, tendendo il minaccioso ago ipodermico.

  Un'ondata di panico attraversò il cuore e la mente di Anthea come una sirena antincendio. Non era solo la sua paura, ma qualcosa di tangibile, un'ondata di panico trasmessa dalle antenne del piccolo... del suo bambino slan.

  Le grida fuori dalla sala parto divennero più forti, poi la porta a vento si spalancò. Apparve Davis, l'espressione rabbiosa e terrorizzata, i pugni ser-rati. L'inserviente allampanato cercò di bloccarlo, ma Davis lo stese con una sventola. Era la prima volta che Anthea lo vedeva colpire qualcuno.

  «Davis! Stanno cercando di uccidere il nostro bambino.» Una nuova raffica di emozioni sembrò indirizzarsi ad Anthea e Davis. Il neonato in qualche modo capiva che quei due erano i suoi genitori!

  Quando vide il dottore chinarsi sul bambino brandendo la grossa siringa cattiva, Davis si scagliò in avanti. «Cosa crede di fare?»

  Strillando di nuovo, l'infermiera cercò di sbarrargli il passo, ma Davis la spinse da parte quasi fosse una scatola di cartone vuota. L'inserviente stordito si era alzato in piedi e uscì barcollando dalla sala parto, chiamando a gran voce le guardie.

  Davis lottò con il dottore dagli occhi da gufo, afferrò la mano che stringeva la siringa ipodermica piena di veleno e lentamente la torse, allonta-nandola dal bambino. «Lei è un dottore. Non dovrebbe uccidere le persone! Sta cercando di assassinare un bambino!»

  «Non è umano!»

  Quando scorse le antenne sulla testa del bambino, il suo bambino, Davis s'irrigidì. Sulla sua faccia impietrita apparve poi una determinazione che Anthea riconobbe. Quando Davis aveva quella espressione, nessuno poteva fargli cambiare idea. «È mio figlio!»

  Quindi, con una forza inusuale, Davis piegò all'indietro la mano del medico, girando la siringa. Il medico ansimò e lottò, ma Davis volse facilmente l'ago verso di lui.

  Anthea compì uno sforzo per spostare le gambe oltre il bordo del lettino, chiedendosi se suo marito stesse usando qualche traccia di... di forza slan sbloccatasi sol
o ora dentro di lui. Sebbene fosse debole, aveva appena partorito, quella situazione di emergenza le stava facendo riacquistare le energie più in fretta. Qualcosa stava destandosi anche dentro di lei? Il cuore le batteva forte.

  L'infermiera sconvolta si gettò di nuovo su Davis, ma con un manrove-scio lui la mandò a sbattere contro il carrello di strumenti chirurgici. La donna e tutti gli strumenti caddero sul pavimento, producendo un rumore assordante.

  «Non ti permetterò di uccidere mio figlio.» Con un'impennata di forza, Davis spinse l'ago ipodermico nella gola del dottore e premette lo stantuf-fo. Il dottore strabuzzò gli occhi dietro le lenti tonde. A giudicare dai gorgogli strozzati e dagli spasmi che lo scossero mentre stramazzava sul pavimento della sala parto, il veleno non era indolore come aveva assicurato prima.

  Davis guardò inorridito e incredulo quello che aveva appena fatto. L'infermiera indietreggiò contro la parete, rannicchiandosi accanto a un respi-ratore. «Non uccidermi! Non uccidermi!»

  Davis aiutò la moglie a scendere dal lettino. «Riesci a reggerti in piedi?

  Dobbiamo andarcene di qui.»

  Lei gli si aggrappò al collo solo per un secondo. Avrebbe voluto poterlo stringere per sempre, ma sapeva che non avevano tempo. «Il nostro bambino è uno slan, Davis! Lo uccideranno!»

  «È sempre il nostro bambino.» La voce risoluta di Davis era assolutamente inflessibile. «Lo so che vogliono ucciderlo, e uccideranno anche noi. Non abbiamo scelta.» Prese una delle coperte dell'ospedale e avvolse il neonato.

  Anthea si alzò barcollando, scoprì che le forze le tornavano miracolosa-mente. Riusciva a reggersi in piedi perché doveva reggersi in piedi. Il suo corpo sapeva cosa doveva fare. Tutti i suoi preconcetti e pregiudizi erano cambiati. Lei e Davis non avevano mai avuto intenzione di fare del male a nessuno. Non erano una minaccia per la società umana! E com'era possibile che il loro bambino innocente meritasse di morire solo perché la sorte aveva voluto che nascesse con le antenne?

 

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